Molti sono i vantaggi per un’impresa, per un ente, per una qualsiasi realtà di un approccio di legal design.
SOSTENIBILITA’, ETICA E INCLUSIVITA’.
Un approccio di legal design è, innanzitutto, sostenibile, etico ed inclusivo.
Il diritto non è più un muro incomprensibile di parole, ma diventa uno strumento di regolamentazione dei rapporti il più possibile comprensibile per tutti. Diventa accessibile e inclusivo verso chiunque.

E questo è possibile proprio perché il prodotto, il servizio, il processo giuridico sono progettati in funzione dell’utente finale, di chi dovrà utilizzare quella policy, applicare quel regolamento, concludere quel contratto, prendere delle decisioni in base a quel parere.
E lo potrà fare dopo avere ricevuto un’informazione trasparente, senza manipolazioni: il legal design contribuisce a dare un’informazione giuridica trasparente, ad informare senza manipolare. E’ uno strumento utile per proteggere dai c.d. dark pattern, quei “percorsi oscuri” usati dalle piattaforme per nascondere informazioni, rendere più difficili agli utenti alcune scelte e più facili altre, manipolando il loro percorso di scelta e decisione.
E’ evidente che, dunque, il legal design – che pone l’essere umano al centro e che ha lo scopo di rendere il diritto più trasparente e compresibile, e, perciò, inclusivo – è uno strumento etico a disposizione delle imprese per orientare la propria condotta verso lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU (in particolare, SDGs 12 e 16).
BUSINESS E BRAND.
Un contratto è uno strumento di business dell’azienda o del professionista ed è destinato a essere condiviso con i clienti.
Oggi l’imperativo sta diventando chiarezza e velocità nella comunicazione: e il mondo del diritto non può restare impassibile ai cambiamenti del mondo moderno.
Un approccio di legal design ai documenti giuridici aziendali ne facilita una COMPRENSIONE più rapida e lineare (siano contratti, policy, regolamenti, pareri, …).
Una migliore comprensione aiuta a prendere DECISIONI, ad IMPARARE, a EVITARE POSSIBILI ERRORI, derivanti, al contrario, dall’incomprensione, a EVITARE MALINTESI.
Se si tratta di un contratto, poi, e il cliente comprende meglio e più facilmente le condizioni, i suoi diritti, come esercitarli, ha sicuramente più FIDUCIA nell’azienda. Sia nel primo approccio sia nel ripetere l’acquisto. Al contrario se il cliente, non avendo bene inteso alcune informazioni legali, non è poi soddisfatto, non avrà una valutazione positiva dell’azienda, poiché si sentirà di non essere stato trattato con la dovuta attenzione e trasparenza.
Un approccio più “umano” al mondo giuridico può diventare, quindi, anche un vantaggio competitivo.
Inoltre, più un contratto è chiaro, più sono chiari i rispettivi diritti e doveri delle parti, più sono chiare le conseguenze se una parte non fa qualcosa, MENO CONTROVERSIE rischiano di generarsi.
Il contratto può venire adattato in base alle caratteristiche dell’azienda ed ai destinatari dei suoi prodotti, divenendo uno strumento di disciplina del rapporto contrattuale personalizzato sull’azienda e coerente con il marchio aziendale in generale. Diventa strumento del BRAND e dell’immagine aziendale, che diventa riconoscibile anche per l’approccio agli aspetti giuridici della sua attività.

Il contratto (ma anche il regolamento, la policy, …), poi, è destinato, anche, ad essere messo in pratica dai dipendenti, che ne devono comprendere agevolmente il contenuto. Ciò velocizza il lavoro, che diviene più efficiente e diminuisce l’errore del dipendente, che lavora meglio e più in fretta, abbassando così anche il rischio di responsabilità dell’azienda, con danni e sanzioni che ne potrebbero conseguire.
C’è anche altro.
E’ ANCHE UNA RESPONSABILITA’ GIURIDICA E SOCIALE PER L’IMPRESA E PER IL SUO LEGALE.
Numerose NORMATIVE EUROPEE E ITALIANE impongono ormai determinati requisiti di chiarezza del linguaggio giuridico e di comprensibilità del documento.
Basti ricordare gli articoli 35, 48 e 51 del nostro Codice del consumo (d.lgs. 206/2005), che prevedono che le clausole dei contratti proposte ai consumatori e le informazioni rese a loro dai professionisti devono sempre essere redatte in modo chiaro e comprensibile.
In questa direzione anche il legislatore europeo. In ambito privacy, ad esempio, al considerando 39 del Regolamento europeo per la protezione dei dati personali (Reg.UE 679/2016 o GDPR) afferma che “Il principio della trasparenza impone che le informazioni e le comunicazioni relative al trattamento di tali dati personali siano facilmente accessibili e comprensibili e che sia utilizzato un linguaggio semplice e chiaro”; e così anche al successivo art.12, che prevede che il titolare del trattamento dei dati personali dia all’interessato le informazioni sul trattamento dei dati in forma concisa, trasparente, intelligibile e facilmente accessibile, con un linguaggio semplice e chiaro, in particolare nel caso di informazioni destinate specificamente ai minori, anche utilizzando icone standardizzate.
Ma anche, ad esempio, la recente direttiva 2019/771/UE – che ha ridisciplinato il quadro normativo esistente in materia di contratti di vendita di beni di consumo (quindi B2C) – prevede obblighi di chiarezza e trasparenza a carico del venditore.

Tra l’altro anche L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI ci ha richiamato allo scopo ultimo di un approccio di legal design, “al fine di restituire al sistema giudiziario nella sua interezza il ruolo di strumento al servizio dei cittadini ….” (il documento integrale è consultabile a questo link)
E, da ultimo – non perché sia meno importante ma perché ha come primi destinatari noi avvocati (per quanto, poi, vi siano evidenti conseguenze anche sull’esito della lite e, dunque, sull’interesse del cliente) – varie norme e sentenze anche della Corte di Cassazione richiamano i legali al rispetto di regole di scrittura e canoni di chiarezza e sinteticità, sanzionando anche la loro violazione con l’inammissibilità degli atti.