Il diritto è anche #questionedilibri. Continua la rubrica mensile estiva dello studio su diritto e lettura!
Il libro che ho pensato per questo mese di luglio è #Datastories. Seguire le impronte umane sul digitale, di Alice Avallone, edito da Hoeply, febbraio 2021.
Non un libro strettamente giuridico. Si capisce subito dal titolo. Un libro, però, che può aiutarci a costruire cultura ed educazione digitale e che ci fa riflettere su come, anche on line, ci sono “persone in carne e ossa”. Perché “a volte ci dimentichiamo di essere umani, soprattutto sul digitale”.
Onlife, dove reale e virtuale si (con)fondono: così, d’altra parte, ha definito la nostra era il filosofo Luciano Floridi, che l’ha paragonata alla società delle mangrovie: “Vivono in acqua salmastra, dove quella dei fiumi e quella del mare si incontrano. Un ambiente incomprensibile se lo si guarda con l’ottica dell’acqua dolce o dell’acqua salata. Onlife è questo: la nuova esistenza nella quale la barriera fra reale e virtuale è caduta, non c’è più differenza fra “online” e “offline”, ma c’è appunto una “onlife”: la nostra esistenza, che è ibrida come l’habitat delle mangrovie” (così in un’intervista a la Repubblica di un paio di anni fa).
Ancora di più di questi tempi, durante i quali la pandemia ci ha costretto a spostare tanta parte della nostra vita on line.
E nel vivere on line lasciamo, qua e là, piccoli segnali del nostro passaggio. Di questo ci racconta molto concretamente questo libro. E ci fa capire quanto virtuale è reale.
“Un saggio alla scoperta del significato nascosto degli #smalldata che quotidianamente seminiamo in Rete attraverso i nostri tablet e smartphone.
Ci sono tracce che non hanno la forma della pianta dei piedi, ma dipendono dai polpastrelli delle mani. Sono le impronte che lasciamo ogni giorno sui nostri dispositivi, quando digitiamo chiavi di ricerca sul web, mandiamo cuoricini sui social e facciamo swipe sulle app. Dati minuscoli, che contengono tanto di noi esseri umani e che possono rivelare il perché dietro a comportamenti, scelte di consumo, codici linguistici, tensioni culturali.
In fondo, i territori online non sono abitati da utenti anonimi, ma da persone in carne e ossa con necessità, paure, sogni.”. (la bellissima presentazione di questo libro a questo link: http://www.beunsocial.it/datastories-seguire-le-impronte-umane-sul-digitale/).
Se capiamo davvero quanto l’”onlife” sia reale, sarà forse l’occasione per capire davvero anche che diritti e doveri, off line e on line, sono gli stessi. Da rispettare e di cui imparare ad avere cura: dall’autodeterminazione all’identità personale, dall’oblio alla tutela dei dati personali, dalla reputazione alla sicurezza, dall’immagine alla libertà.
Buona lettura, per chi vorrà!